In un intervista a www.puntodisvista.net Edward Rozzo parla francamente della natura egocentrica ed individualista della cultura italiana. Un frammento dell’intervista:
Trovo che gli allievi italiani abbiano d’istinto un abito mentale rigido. Il sistema in cui sono ingabbiati fin dalla nascita, possiede troppi filtri. Sono molto bravi a discutere di temi classici, ma quando ci si sposta sull’oggi e si chiede loro cosa ne pensano, restano muti. D’altra parte mi chiedo: come si fa a formare le persone se sui giornali vediamo un uniforme e imbarazzante qualunquismo? Nella mia esperienza mi è capitato di lavorare con galleristi che mi hanno detto: ‘non posso far vedere questa immagine perché gli italiani non la capirebbero’, quindi si può anche confezionare un prodotto evoluto, ma a chi lo si propone se i giornali non lo sanno usare e la gente non lo può vedere? Non ci interessa indagare gli spazi negativi o positivi, commentare la società. Credo molto nell’educazione perché permette di trasmettere gli strumenti che servono a capire. Ma anche questo non è facile a causa delle diverse ideologie. Oggi, dopo anni di battaglie, mi chiedo cosa sia stato fatto per la fotografia in Italia: è particolarmente importante a livello mondiale? No. Lo è in Italia? No. La gente guarda la fotografia per capire se stessa, per capire il mondo? No. Chi guarda la fotografia? Un piccolo esiguo gruppo di persone a cui interessa. Ripeto: credo molto nel fornire gli strumenti adatti a comprendere l’arte ma occorre porsi su un piano paritetico, senza prevaricare, fornendo al pubblico i parametri che gli permettono di diventare padrone della materia con cui ha a che fare.
L’intervista completa merita una lettura ed è visibile qui.